La lettera degli operai del cantiere di Chiomonte in risposta a Erri De Luca
Siamo gli operai e i tecnici del cantiere di Chiomonte, in Valle di Susa, l’unico in Italia che ha dovuto essere protetto dalle forze dell’ordine per gli attacchi NoTav. Qualche intellettuale ha inneggiato al sabotaggio dell’opera in nome della libertà di espressione, ma non ha parlato con noi sabotati, non si è curato delle nostre espressioni e si è ben guardato dal venire in cantiere. Eppure siamo noi quelli che hanno vissuto gli assalti con cesoie, sassi, molotov e bombe carta, con un nostro collega ferito e un militare invalido per tutta la vita. Noi sappiamo com’è il cantiere, come si lavora rispettando le regole, la salute e l’ambiente e ringraziamo la società di averci difeso. Siamo uomini e donne che si guadagnano il pane sudando e non siamo raffinati intellettuali: per noi il verbo nobile è lavorare e quello ignobile è sabotare.
Il messaggio, oltre che come lettera aperta, è stato inoltrato anche al vescovo di Susa, mons. Alfonso Badini Confalonieri che, mercoledì 29 aprile, ha risposto agli operai e ai tecnici del cantiere della Maddalena con un articolo in prima pagina le settimanale Valsusa. “Coloro che sono contrari all’opera e vogliono manifestare il loro pensiero – scrive il Vescovo – lo facciano nelle giuste sedi e a livello europeo. Ho letto le vostre 113 firme con cui avete sottoscritto la richiesta di voler lavorare in pace e serenità, com’è diritto di ogni cittadino. Dietro le firme ho immaginato i vostri volti e il vostro impegno. Unito a voi – conclude mons. Badini Confalonieri – chiedo al Signore la grazia che gli animi si plachino e si ritorni a un rispetto assoluto delle persone, in modo che anche la vita della società valsusina possa essere nuovamente senza tensioni e violenze di sorta. Confidate in Dio, che solo può ricondurre gli animi alla vera e duratura pace e infonde il suo Spirito che dona saggezza anche nelle “cose” umane. Benedico di cuore voi e le vostre famiglie”.