ITER, acronimo di International Thermonuclear Experimental Reactor, inteso anche nel significato originale latino di percorso, o cammino, rappresenta la «via» che il mondo intero ha deciso da tempo di intraprendere per arrivare alla produzione di energia nucleare sostenibile.
Può essere definito come un ambizioso progetto di ingegneria, fisica, chimica e tecnologia, per copiare madre natura e riprodurre in terra il sole.
Si tratta di un progetto internazionale che si propone di realizzare un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale, in grado di produrre un plasma di fusione. Una delegazione di TELT, guidata dal direttore generale Mario Virano, a ottobre 2020 ha visitato l’impianto che si trova a Cadarache, nel Sud della Francia.
Nello specifico, ITER è un reattore deuterio-trizio in cui il confinamento del plasma è ottenuto grazie ad un campo magnetico all’interno di una macchina denominata Tokamak. La costruzione è in corso ad opera di un consorzio internazionale composto da Unione europea, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti d’America, India, Corea del Sud.
Inizialmente il progetto prevedeva l’accensione del tokamak, la cosiddetta ignizione del primo plasma, per il 2019, a un costo complessivo di costruzione stimato 10 miliardi di euro. Nel 2009 i costi di costruzione sono stati rivisti al rialzo a 15 miliardi di euro, con un costo operativo di circa 290 milioni di euro all’anno, con previsione di ignizione del primo plasma nel dicembre 2025.
La durata operativa dell’impianto è prevista per circa 20 anni e si prevede che, già dal 2037, si inizierà la fase di disattivazione, che dovrebbe durare 5 anni.
Ma a cosa serve ITER? ITER sarà un laboratorio sperimentale per produrre energia pulita attraverso reazioni atomiche nucleari esattamente come avviene sul sole. La fusione è una reazione nucleare che si verifica quando due nuclei si “fondono” tra loro portando alla formazione di energia. Una reazione di questo tipo non avviene facilmente perché i nuclei tendono a respingersi. Per potersi unire devono, perciò, vincere la forza di repulsione che si instaura tra di essi e devono trovarsi a temperature molto alte, così da avere abbastanza energia per superare la repulsione e rendere il processo possibile. Ciò che si ottiene dalla reazione, è un plasma, cioè un gas portato a temperature altissime, 150 milioni di gradi. Il plasma viene quindi usato all’interno del reattore per generare le reazioni di fusione; tuttavia, a causa della sua elevata temperatura, non può entrare in contatto con le pareti perché le danneggerebbe. Solo bobine di super conduttori circolari che producono campi magnetici, possono garantire le perfette condizioni di tenuta stagna del plasma.
Un sistema complesso e altamente tecnologico, ma che produce energia pulita in modo controllato rilasciando quasi quattro milioni di volte più energia di una reazione chimica a combustione. Il tutto senza produrre scorie nucleari e senza produrre danni catastrofici in caso di errori e guasti.