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Fin dalla fase progettuale, TELT ha posto una particolare attenzione a preservare le acque nei territori interessati della sezione transfrontaliera della Torino-Lione.
La strategia di TELT per la tutela delle acque, si è concretizzata in tre pilastri che si sono trasformati negli anni di pari passo con l’evoluzione del progetto: la mappatura, il controllo delle sorgenti e la conoscenza dell’assetto idrogeologico in fase di progetto; il monitoraggio ambientale durante la fase dei lavori; l’uso responsabile delle risorse.
Sin dalla fase degli studi è stato eseguito sia in Francia che in Italia un monitoraggio delle sorgenti di “area vasta” e delle falde attraverso numerosi piezometri, piccoli pozzi per il prelievo periodico di campioni d’acqua, con un totale di quasi 400 punti di monitoraggio collocati anche in zone molto distanti dai cantieri, che consentono di acquisire una conoscenza e comprensione più dettagliata della risorsa idrica sotterranea sul territorio. Nelle fasi di progettazione preliminare, definitiva e di variante del tunnel di base la conoscenza acquisita ha permesso di fornire elementi preziosi ai progettisti in particolare per prevedere interventi al fine della salvaguardia delle risorse idriche.
Sui cantieri le acque piovane raccolte, in risposta alla strategia di economia circolare e di utilizzo consapevole della risorsa idrica, vengono utilizzate per la pulizia delle piste e delle ruote dei camion (onde evitare sollevamento polveri lungo le strade) oltre che per il raffreddamento delle macchine di cantiere. Questo permette di ridurre l’utilizzo di acqua potabile e di utilizzare al meglio le risorse naturali.
Per l’acqua di galleria, il processo di raccolta prevede, da progetto approvato, il convoglio in vasche esterne dove viene depurata e raffreddata, prima di essere reimmessa nel ciclo naturale. Questo processo circolare si svolge quotidianamente da diversi anni senza problematiche per il territorio e i suoi abitanti, né comportando impatti significativi per la risorsa.
Questo meccanismo prosegue anche nella fase dei cantieri definitivi per il tunnel di base dove continua il monitoraggio ambientale: le acque sono sistematicamente raccolte, trattate e controllate nel rispetto dei requisiti delle norme in vigore prima di essere reimmesse nell’ambiente naturale.
I punti di monitoraggio ed i risultati delle campagne sono costantemente a disposizione degli organi di controllo, (Arpa Piemonte in Italia, DDT in Francia)
In Italia e Francia sono stati condotti degli studi sulla risorsa geotermica derivante dall’acqua calda intercettata dalle gallerie. Il Politecnico di Torino ha sviluppato un modello per la sua valorizzazione sul lato italiano definendo i possibili utilizzi nell’area di Chiomonte durante i lavori e successivamente a Susa al termine degli scavi. La prima sperimentazione concreta di questo studio è convogliata nel Centro Visitatori del Cantiere di Chiomonte dove l’energia geotermia sarà utilizzata per climatizzare l’edificio.
Lato Francia, in collaborazione con l’Ecole des Mines de Saint-Etienne è stato approfondito il tema, con le ipotesi analoghe di impiego del calore dell’acqua elaborate sul versante italiano. Ingegnerie specializzate stanno proseguendo gli studi sulle opzioni di utilizzo. Le comunità locali in Francia hanno avanzato la proposta per una rete di teleriscaldamento o per un nuovo centro termale.
Sul versante italiano dell’opera, l’analisi e i monitoraggi sono condotti fin dal 2009, con frequenza mensile, su 170 punti d’acqua in Val Susa.
Il cunicolo geognostico de La Maddalena è stato un caso unico di monitoraggio della componente ambientale che ha dato luogo a protocolli che poi hanno costituito la base per l’impostazione dell’opera definitiva.
Il Ministero dell’Ambiente ha certificato nel suo parere 2471 del 21 luglio 2017 che il cantiere “non ha comportato ricadute sull’ambiente circostante”.
Secondo gli approfondimenti l’acqua della galleria della Maddalena ha una temperatura compresa tra 23 e 27 gradi e uno studio del Politecnico di Torino ha confermato nel 2016 che i lavori di costruzione del cunicolo non hanno influenzato il regime idrodinamico e geochimico delle sorgenti esterne.
Il parere della Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale ha a sua volta chiarito che i dati del monitoraggio hanno escluso qualsiasi impatto delle attività di cantiere e di scavo del cunicolo sul regime naturale delle portate dei vari punti d’acqua. Le portate di tutte le sorgenti si sono infatti sempre mantenute nei range previsti.
Analogamente anche i parametri chimico-fisici, come conducibilità e pH non hanno evidenziato
variazioni anomale nell’intero periodo di realizzazione dell’opera.
Il monitoraggio è stato effettuato sia nella fase di scavo, sia nella fase di post-scavo e non si è registrata alcuna interferenza dell’opera con l’andamento del regime stagionale delle sorgenti.
TELT si è impegnata inoltre a mantenere una rete esterna di controllo ampia, anche oltre il perimetro di potenziale impatto sulle risorse idriche, con cui si propone di contribuire alla raccolta di informazioni utili all’indagine della qualità delle acque nel territorio della Valle di Susa, affiancando e integrando il lavoro svolto dagli Enti Locali.
In Francia il protocollo di monitoraggio per l’ambiente idrico nella fase lavori è stato definito secondo la cosiddetta “Loi sur l’Eau” e inserito nel decreto prefettizio di autorizzazione di tale dossier del 12 febbraio 2007 (e complemento del 4 marzo 2011).
Dal 1995, TELT monitora le acque sotterranee e superficiali, il loro livello e la loro portata, nonché la qualità idrobiologica degli ambienti acquatici. Per quanto riguarda le risorse idriche sotterranee, le misurazioni delle sorgenti e dei pozzi vengono effettuate in collaborazione con i servizi tecnici dei comuni interessati dove sono depositati anche tutti i report con i dati.
Prima dell’inizio dei lavori viene accertato lo stato dei luoghi e l’evoluzione degli indicatori viene monitorata durante la costruzione della galleria e poi dopo la fine dei lavori su diversi parametri sia per quanto riguarda le acque superficiale sia per quelle sotterranee.
Dall’inizio dei lavori nel 2002, si sono registrate problematiche in 13 punti d’acqua sui 650 della Maurienne, in prossimità delle opere sotterranee. Il sistema di monitoraggio ha quindi attivato immediatamente le procedure previste che hanno consentito in tempi rapidi di ripristinare l’utilizzo dei punti d’acqua, attivando una nuova fornitura nei punti interessati.
Finora non è stato osservato alcun inquinamento nell’ambiente acquatico in relazione alle attività di costruzione.
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