Il premier italiano cita la Torino-Lione tra le opere strategiche per i collegamenti europei
Via libera del governo italiano al nuovo codice degli appalti. Un testo con “meno norme”, ha spiegato il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri dello scorso 15 aprile, che permetterà una “grande battaglia contro la corruzione, che si combatte con norme più semplici, non più complicate, e un ruolo forte di Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione ndr) e Ministero”. Il primo ministro ha parlato di “un lavoro straordinario, certosino, di sblocco delle opere pubbliche incagliate”. In una prospettiva europea Renzi ha ricordato l’importanza strategica di tre opere che vedranno la luce nei prossimi anni: il nuovo tunnel del Gottardo realizzato dalla Svizzera, che sarà inaugurato a giugno, il Brennero verso l’Austria e la linea Torino-Lione che connette il Paese alla Francia. “Stiamo investendo 28 miliardi di euro, ovviamente cofinanziati, per collegarci con l’Europa” ha aggiunto.
Il premier ha poi ribadito la necessità di sbloccare i lavori: “noi abbiamo un sistema che parte da 36mila stazioni appaltanti, con 14 anni di media per realizzare un’opera pubblica superiore ai 100 milioni, una follia totale. In 14 anni – ha aggiunto – i tempi morti della burocrazia pesano per oltre un terzo: significa che di 14 anni, ne butti via 4 di burocrazia, una cosa allucinante. Non solo, ma è un sistema talmente complicato e arzigogolato che la corruzione si annida”. Questa “è una riforma strutturale, un passo avanti notevole” ha sottolineato.
Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, illustrando il nuovo Codice ha spiegato: “si archivia la legge Obiettivo, dove tutto era urgente e prioritario, torniamo ad una sana e pragmatica concretezza. Credo sia una grande rivoluzione della normalità e della semplicità. Ritorna centrale il progetto”. Tra le novità “l’albo dei collaudatori” e “un albo delle imprese”. Secondo il ministro “l’Italia è riuscita a fare questo lavoro in 200 articoli. C’è poi una nuova norma sulle concessioni: il rischio operativo è in capo al privato, il privato si prende i suoi rischi”. Anche Delrio ha voluto ribadire l’urgenza di andare avanti in modo rapido sulle infrastrutture: “Sappiamo che per sbloccare le opere bisognava riformare le regole e questo è quello che abbiamo fatto con il codice appalti” ha concluso.