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D'alfonso_humanAIze_BIM_torino-lione
D'alfonso_humanAIze_BIM_torino-lione

TELT al Master HumanAIze

Come gestire l’intero ciclo di vita di una grande infrastruttura come la ferrovia Torino-Lione, potendo visualizzare e monitorare nel tempo non solo i suoi elementi fisici, ma anche tutti i dati, i parametri e le caratteristiche tecniche, economiche e ambientali che la definiscono?

È la domanda su cui Salvatore D’Alfonso, BIM manager di TELT, ha ragionato a Torino insieme ai 24 studenti del master “HumanAIze“, il percorso interuniversitario che abbina scienze umane e sociali con le tecnologie e l’Intelligenza artificiale.

Il manager ha spiegato che le infrastrutture moderne utilizzano il Building Information Modeling (BIM), un processo basato su un modello digitale intelligente dell’opera, in grado di fornire tutte le informazioni necessarie a creare e gestire il progetto in modo rapido e sostenibile. Grazie a formati e protocolli standard di scambio dei dati, le informazioni contenute nei dati sono utilizzabili da tutti gli attori del processo di realizzazione.

Il modello, che è in altri termini il gemello virtuale dell’infrastruttura, segue l’evoluzione dei lavori, monitorando il rispetto di tempi e costi ma consente, già in fase progettuale, di eseguire analisi energetiche oppure di calcolare la sostenibilità in termini di bilancio di CO2, permettendo di scegliere le soluzioni progettuali più performanti, e di scoprire le interferenze fisiche, funzionali e temporali tra gli elementi costruttivi.

Il modello ha un ulteriore vantaggio: continua a vivere, crescere e maturare anche dopo la fine dei lavori perché può essere utilizzato da chi deve gestire i processi operativi e la manutenzione dell’opera, integrandolo con le informazioni sulle modalità di gestione e utilizzandolo come base per le modifiche e le implementazioni che si rendessero necessarie durante la vita dell’opera stessa.

Perché, quindi, il BIM è “giusto” per la Torino-Lione?

In primo luogo, perché ne riduce le complessità dovute alla dimensione e alla natura dell’opera, permettendo un monitoraggio esteso a tutte le sue componenti, e cioè la progressione dei lavori infrastrutturali, i tempi, i costi, le variabili geologiche e ambientali, e di prevenire così le potenziali situazioni critiche.

Poi, perché è possibile con il BIM, e con le opportunità offerte dalla georeferenziazione del modello, visualizzare l’opera nel contesto geografico e ambientale nel quale si colloca, garantendo trasparenza e facilità nel comunicare agli stakeholder lo stato dei lavori e i parametri sugli impatti che regolarmente analizziamo e controlliamo.

Infine, perché un modello digitale che segue il progredire di un’opera così importante ne memorizza e conserva la sua storia, le difficoltà incontrate, le soluzioni innovative, rendendo universalmente disponibile un enorme bagaglio di esperienze e di lezioni apprese.

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