La Torino-Lione “è l’ecologia in azione”, un “grande progetto che fornisce una risposta concreta, chiara e tangibile a domande che attraversano la società”, a cominciare dalla “compatibilità tra transizione ecologica e sviluppo economico”. Lo ha sottolinea il primo ministro francese, Gabriel Attal, che martedì 14 maggio ha visitato il cantiere CO8 del tunnel di base della Torino-Lione a Saint-Julien-Montdenis insieme al ministro della Transizione ecologica, Christophe Béchu, e alla segretaria di Stato per il digitale, Marina Ferrari, riaffermando il sostegno dello Stato a questo grande progetto europeo.
La visita
Oltre duecento persone, tra cui numerose personalità e rappresentanti locali, dipartimentali e regionali, lavoratori delle imprese del raggruppamento Lyon-Torino CO08 e rappresentanti di TELT, hanno accolto la delegazione sul piazzale del cantiere. Davanti all’ingresso delle due canne del tunnel di base, il direttore generale di TELT Maurizio Bufalini ha illustrato al Primo Ministro il progetto e lo stato di avanzamento dei lavori, prima di accompagnare la delegazione al fronte di scavo per verificare lo stato di avanzamento.
Il primo ministro si è fermato a parlare e salutare gli operai :
Non ci sono piccoli operai – ha detto Attal – ma dei grandi artigiani al servizio di uno stupendo progetto che cambierà il volto di questo territorio e dell’Europa.
Da più parti è stato ricordato che il 92% delle merci tra Italia e Francia oggi viaggia su camion e solo l’8% sulla ferrovia: “L’obiettivo del progetto – ha spiegato il presidente di TELT, Daniel Bursaux durante il suo intervento – è di portare questa percentuale al 50%, grazie al nuovo tunnel a bassa quota, molto più moderno e facile da usare per gli operatori. Ciò significherà circa 1 milione di veicoli pesanti in meno sulla strada ogni anno”.
Il presidente ha poi sottolineato che tutti gli appalti per la costruzione del tunnel sono ormai assegnati, insieme a quelli per la valorizzazione dei materiali di scavo e che a pieno regime “Ci saranno in azione 7 frese, ognuna delle quali scaverà 250 metri al mese, e 4.000 persone che lavoreranno nei nostri cantieri”.
La visita si è conclusa con un invito “tornate a trovarci quando le frese saranno in azione”.