Lunedì 21 maggio una sessantina di personalità politiche francesi di diversi schieramenti, tra cui deputati, senatori e rappresentanti locali e regionali dell’Auvergne-Rhône-Alpes, hanno firmato una lettera aperta al presidente Emmanuel Macron per esprimere le loro preoccupazioni in vista del dibattito sulla Loi d’orientation sulla mobilità, rispetto alla possibilità di “un rinvio a dopo il 2038 della realizzazione delle vie di accesso da Lione al tunnel transfrontaliero, la cui messa in servizio è programmata al 2030”.
Prendendo atto delle “gravi conseguenze” di un tale rinvio, sia sul piano economico sia su quello ambientale, i rappresentanti politici ritengono che senza vie di accesso moderne “non sarà possibile completare l’anello mancante del Corridoio Mediterraneo che collega la penisola iberica all’Europa centrale e, un domani, all’Asia attraverso le nuove vie della seta che sono in pieno sviluppo”, né operare “un trasferimento modale di massa del trasporto di merci transalpino dalla gomma alla ferrovia”.
Gli eletti esortano anche il presidente della Repubblica a riaffermare “la volontà dello Stato di coordinare i tempi del tunnel internazionale e dei suoi accessi francesi, ma anche di avviare un processo di razionalizzazione tecnica, finanziaria e giuridica delle fasi del progetto, in stretta collaborazione con gli attori locali” .
Ritengono infine che la questione degli accessi dovrà essere anche articolata con “i necessari interventi relativi al nodo ferroviario di Lione e la gronda ferroviaria dell’area metropolitana lionese”.
Nella loro lettera i rappresentanti politici auspicano anche che il presidente francese “sia il garante delle dinamiche di questo grande cantiere del futuro”.