Louis Besson
Il tunnel di base della linea ferroviaria Torino-Lione è sul binario di partenza!
Sul lato francese il progetto è nato dall’aspirazione delle vallate della Savoia a non trasformarsi in “corridoi per camion” e questa origine spiega un’adesione che non è mai venuta meno. Inoltre la volontà dei firmatari del trattato denominato “Convenzione alpina” era di un significativo trasferimento su rotaia del traffico merci attraverso le Alpi.
Infine l’Unione europea ha deciso di promuovere la ferrovia e di contribuire a unire il Continente privilegiando le interconnessioni delle reti nazionali. Insieme all’adozione di una “Rete Centrale Europea” (RCE), alla predisposizione di un “Meccanismo per l’interconnessione dell’Europa” (MIE), la triplicazione del budget destinato alle reti ferroviarie nella programmazione 2014-2020 ha permesso all’Europa di diventare il primo finanziatore del tunnel, coprendone il 40% del costo.
Pienamente giustificato da ragioni europee e ambientali, il tunnel di base della Torino-Lione è diventato sempre più indispensabile. Infatti se sull’asse nord-sud gli scambi commerciali si aggirano intorno ai 105 miliardi di euro l’anno, quelli che utilizzano gli attraversamenti est-ovest sono valutati in media intorno ai 70 miliardi di euro annui. I nuovi attraversamenti ferroviari, che tutelano l’ambiente, sono più sicuri dei lunghi trafori stradali e hanno performance neanche comparabili a quelle delle linee storiche che, di fronte a questa realtà, sono indiscutibilmente necessari.
Con l’adesione massiccia della popolazione, la Svizzera, più efficiente nel far utilizzare le sue linee del XIX Secolo, avrà molto prima di noi la sua alternativa per poter economizzare le sovvenzioni che ne prolungavano l’uso.
Nel momento in cui l’Italia e la Francia hanno appena registrato un significativo appoggio, da parte dei parlamenti, agli accordi più recenti, bisogna accogliere con soddisfazione i grandi progressi che questi costituiscono per collegare le nostre reti ferroviarie nazionali attraverso nuove linee ferroviarie, performanti, e per assicurare alle vallate alpine – grazie a un’opera del XX Secolo – migliore accessibilità e protezione per la qualità dell’ambiente e della vita di chi vi abita.
La ratifica degli ultimi Accordi portati a termine tra la Francia e l’Italia segna dunque una tappa fondamentale per l’ambiente, la sicurezza degli scambi e l’Europa. Rendiamo omaggio con molta riconoscenza agli eminenti partner italiani che si sono susseguiti ai vertici della delegazione nazionale: il compianto Sergio Pininfarina, quindi Rainer Masera, Mario Virano e l’attuale Paolo Foietta. Oggi è arrivato il momento dei costruttori e, con fiducia, auguriamo loro delle conquiste, iniziando dalla sicurezza dei cantieri.
Paolo Foietta
Dopo vent’anni dall’accordo Italia Francia del 1996, passando attraverso gli accordi attuativi del 2001, 2012 e del 2015 ed ai protocolli addizionali del 2016, è stata assunta a grandissima maggioranza dal Parlamento Italiano la decisione finale che dà l’avvio definitivo alla sezione transfrontaliera della nuova linea Torino Lione. Questa decisione è divenuta la legge 1/2017 dello Stato Italiano.
Nello stesso tempo e con lo stesso esito l’Assemblea Nazionale ed il Senato Francese hanno ratificato il trattato. Una ratifica avvenuta, in Italia e Francia, in tempi eccezionalmente “brevi” che conclude un percorso tecnico e politico ponderato ed approfondito condotto dall’Italia e dalla Francia, insieme all’Unione Europea nella massima trasparenza e condivisione, nonostante le diverse difficoltà affrontate e risolte che in Italia hanno comportato la modifica sostanziale del progetto nella ricerca di una condivisione con i territori, gli attori sociali ed economici, attraverso l’Osservatorio.
La Torino – Lione entra da domani in una fase nuova; ora occorre confermare con i fatti che la realizzazione dell’opera costituisce una grande opportunità per il territorio che la ospita, per le sue imprese ed i suoi cittadini. E occorre ancora una volta ripetere, che, come per il tunnel geognostico di Chiomonte, dei rischi evocati dai profeti di sventura su salute ed ambiente, non esiste traccia; la sfida ai pregiudizi, alle informazioni false ed infondate, ai procurati allarmi, che hanno caratterizzato in questi anni i rumorosi interventi degli oppositori prosegue e si rafforza.
Il nostro impegno è ora realizzare, confrontandoci con tutti, la migliore opera possibile, per onorare la Convenzione delle Alpi, per consentire la riduzione dei gas serra nel trasporto merci e passeggeri (COP21), per creare le condizioni per raggiungere l’obiettivo del 50% di trasporto merci su ferrovia, togliendo oltre un milione di TIR dalla strada, sulla direttrice alpina Est-Ovest.
L’ On. Marco Causi, relatore della Legge di ratifica alla Camera dei Deputati italiana, ha detto in Aula: “il nostro Paese è ad un bivio: da un lato il ripiegamento su se stesso, figlio delle paure e della crisi sociale. Dall’altro lato, la difficile ricerca di un ruolo in un mondo che cambia e propone nuove sfide, che vanno affrontate con intelligenza e lungimiranza, avendo cura di riparare le ferite della crisi sul corpo sociale del paese. La coesione sociale non può e non deve essere contrapposta agli investimenti, all’innovazione, all’ammodernamento delle reti infrastrutturali e neppure ai valori fondanti della democrazia repubblicana, come la tolleranza, la difesa della legalità, il contrasto della criminalità organizzata: coesione sociale e sviluppo sostenibile marciano insieme, non sono alternativi”.
Era compito del Parlamento scegliere la strada giusta; l’ha fatto, a grande maggioranza, con responsabilità, coraggio e lungimiranza.