Il quadro dei Corridoi TEN-T in Italia e lo sviluppo verso Est della nuova linea Torino Lione
Il trasporto ferroviario come risposta sostenibile in termini economici, ambientali e sociali alla crescente domanda di mobilità di merci e persone. Lo ha sostenuto l’amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, nel corso del suo intervento alla prima giornata del convegno CIFI – Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, che si è svolto all’interno di Expo Ferroviaria al Lingotto di Torino. Gentile ha ricordato che in questo senso la politica dell’Unione Europea sta investendo grandi energie per dotarsi di infrastrutture di trasporto adeguate, efficienti e sostenibili. Per farlo l’unica strategia da mettere in campo secondo l’ad di RFI è proprio quella dell’intermodalità.
In particolare tra gli obiettivi europei di medio periodo (al 2030), compatibili con la realizzazione della Nuova Linea Torino Lione, secondo le analisi il 30% dei trasporti merci oltre i 300 km dovrà essere effettuato con treno o lungo vie navigabili, grazie alla triplicazione dell’attuale rete ferroviaria AV europea. Nel più lungo periodo (al 2050) si prevede che la percentuale salirà al 50% con una prevalenza del trasporto ferroviario passeggeri sulla media percorrenza ed il collegamento di tutti i principali aeroporti europei alla rete ferroviaria.
Per l’Italia, che si trova da secoli in una posizione privilegiata dal punto di vista degli scambi grazie allo sbocco sul Mediterraneo, è ritenuto fondamentale che anche i porti siano collegati in maniera efficiente alle reti ferroviaria e stradale. In questo senso i 4 corridoi che interessano la penisola italiana costituiranno un terreno fertile per lo sviluppo economico e sociale grazie ad una rete moderna di trasporto che riporterà i suoi porti a competere con quelli del Northern Range e le piattaforme logistiche ad essere volano per la crescita e l’occupazione.
L’importanza della connessione ai porti e agli hub è stata posta in particolare evidenza dal Direttore generale di TELT Mario Virano, nell’illustrazione delle potenzialità del Corridoio e della linea Torino-Lione in particolare, anche evidenziando il quadro macro economico che vede l’asse tra le due città al centro di un paradosso: da un lato c’è un interscambio economico che, in pieno periodo di crisi, è di 132 Miliardi tra l’Italia ed il quadrante Ovest (Penisola Iberica, Francia, Gran Bretagna). Questo import-export è secondo solo a quello con l’asse tedesco e vede una prevalenza dell’export rispetto all’import, che evidenzia un saldo attivo dell’ordine di 20 Miliardi. Dall’altro la linea ferroviaria esistente è sempre meno utilizzata. Tale scenario si pone in estremo contrasto con la direzione che l’Europa ha dato alla propria politica dei trasporti. Nel costruire un progetto per il futuro la Comunità Europea ha infatti valutato i costi esterni (ambientali e sociali) associati al trasporto passeggeri e merci in relazione alle varie modalità e in particolare alla deviazione del traffico stradale su ferro, concludendo che se il costo associabile al trasporto di una tonnellata/km di merci su strada costa 3,6 centesimi di euro, nel caso della ferrovia il corrispondente valore è di 0,5 centesimi di Euro. (Fonte: External Costs of Transport, IWW, Infras, 2011). Da queste valutazioni nascono le scelte di puntare sul ferro e sull’interoperabilità.
Per quanto riguarda il Corridoio Mediterraneo in Italia, che ad ovest prende oggi forma grazie alla realizzazione della NLTL, Francesco Bocchimuzzo di RFI ha spiegato come l’unica tratta completamente performante sia la Torino-Milano-Treviglio. Per il resto dell’asse fino a Venezia, man mano che ci si sposta verso est, si trovano tratte ad uno stadio di realizzazione progressivamente meno evoluto tuttavia per ognuna RFI ha impostato almeno la progettazione preliminare. Il maggiore stato di avanzamento si registra fino a Verona. Con la realizzazione della linea AV/AC Milano-Venezia, che completerà la tratta italiana del Corridoio Mediterraneo, il 75% della popolazione italiana sarà servita con linee ad alta velocità.