Nonostante il trend positivo, tra Italia e Francia resta strutturale il divario tra strada e rotaia.
Nel corso del 2018 il traffico merci sull’arco alpino è cresciuto del +3.4%, ovvero 7.4 milioni di tonnellate, rispetto al 2017. Questo è il primo dato che emerge dall’analisi annuale condotta da DG MOVE – Commissione europea e l’Ufficio federale dei trasporti della Confederazione Svizzera su 15 valichi.
Tuttavia a questo nuovo traguardo segue il meno confortante divario tra strada e ferrovia, dove quest’ultima si ferma ad appena il 5% del totale. Infatti il numero di automezzi pesanti che attraversano le Alpi su strada ha raggiunto il livello record di 11.4 milioni – un aumento del 4.4% rispetto al 2017 – seppure con sensibili differenze tra i vari Paesi: sui versanti svizzeri è diminuito del -1.4%, mentre in Francia è cresciuto del 3.2% e in Austria del 5.6%.
Lo studio prosegue evidenziando un’evoluzione eterogenea nei volumi di trasporto ferroviario tra il 2017 e il 2018: se da una lato si registra il record di 69,8 milioni di tonnellate di merci su rotaia attraverso le Alpi nel 2018, dall’altro permane una limitata disponibilità di infrastrutture ferroviarie su importanti linee di accesso, con la sola eccezione della Svizzera che cresce del +2.9%.
Altra tendenza alternativa è quella legata alle unità di carico trasportate: mentre i volumi UCT – unaccompanied combined transport (nave/strada/ferrovia) hanno registrato una forte crescita (+6.2%), quelli del trasporto combinato accompagnato (ACT), sono diminuiti del 12%.
In conclusione, nonostante continui il trend positivo dei traffici alpini, superando le crisi del 2012 e più ancora del 2009, resta strutturale il divario tra strada e rotaia, che può essere colmato solo dallo sviluppo dei tunnel di base come quello della Torino-Lione.
Davide Fuschi