Il 4 agosto a Modane i presidenti delle delegazioni italiana e francese della Commissione intergovernativa sulla Torino Lione, Paolo Foietta e Josiane Beaud, a nome dei due governi hanno sottoscritto l’accordo che consente di riutilizzare i materiali di scavo estratti nei cantieri della Torino-Lione oltre i confini nazionali per la costruzione dell’opera tra la Val di Susa e la Maurienne. É la prima volta in Europa.
L’accordo, frutto di oltre tre anni di lavoro, è stato redatto all’interno della CIG e poi approvato dai ministeri italiano e francese prima di tornare alla firma della Commissione.
Questa intesa rende concreto il principio del “Cantiere unico” che fissa l’insieme dei cantieri dell’opera come un unico sito il cui perimetro è definito nel Trattato internazionale del 2012.
Si concretizzano così gli obiettivi del progetto in termini di economia circolare, con due vantaggi strategici: la diminuzione dei tempi di stoccaggio delle rocce e la riduzione degli acquisti di materiali provenienti da siti esterni a quelli della Torino-Lione.
In base alle stime, il volume totale dei materiali da scavare è di circa 37 milioni di tonnellate, di cui 30 milioni di tonnellate sul versante francese e circa 7 milioni di tonnellate sul versante italiano. Con questo passaggio, l’obiettivo già previsto del 50% di riutilizzo delle rocce nell’opera potrà superare il 60%. Il materiale sarà impiegato come calcestruzzo per i rilevati ferroviari o nei conci per rivestire le gallerie.
Dal punto di vista giuridico è previsto che ai materiali sia applicata la legislazione ambientale del Paese in cui vengono riutilizzati e che sia l’autorità nazionale competente a garantire la loro corretta gestione da parte del promotore pubblico.