Manuela Rocca, direttrice Sviluppo Sostenibile e Sicurezza TELT, e Carole Marty, del Coordinamento interdirezionale TELT, ci portano all’interno del cantiere unico della Torino-Lione per scoprire il ciclo dei materiali di scavo estratti dalla montagna nel corso dei lavori.
I 37 milioni di tonnellate di roccia che si prevede di scavare durante la realizzazione dell’opera infatti, per oltre la metà trovano nuova vita diventando manufatti della galleria. Come spiega Manuela Rocca “la roccia è una risorsa preziosa” e per questo lo sforzo di TELT fin dalla progettazione “è quello di trovare le migliori soluzioni per arrivare a oltre il 50% di riutilizzo”, anche attraverso soluzioni innovative.
Per conoscere i diversi tipi di roccia che si sarebbero incontrati nella montagna, fin dagli anni ’90 sono stati condotti dei sondaggi geognostici prelevando dei campioni di materiali nei diversi tratti.
Queste analisi hanno consentito di decidere il modo di scavare e di riutilizzare questo materiale. Quello che ha le caratteristiche meccaniche più adatte viene destinato al calcestruzzo che diventerà conci per il rivestimento della galleria o rilevati ferroviari. Il resto viene comunque valorizzato e, dopo essere stato controllato, è destinato a rinaturalizzazioni e riambientalizzazioni di siti come le ex cave.
Questo processo circolare trova ora nuovo slancio: fino ad oggi i materiali estratti in un Paese non potevano essere riutilizzati in un altro perché Francia e Italia hanno normative ambientali diverse. Ma a giugno 2022 la Commissione intergovernativa ha approvato un accordo che considera la Torino-Lione un cantiere unico e che, per la prima volta in Europa, consentirà il riutilizzo binazionale dei materiali di scavo. Questo, insieme al lavoro che TELT ha impostato con grandi enti di ricerca per ottimizzare tutte le fasi del processo legato ai materiali di scavo, consentirà di aumentare la quota di riutilizzo arrivando anche oltre il 60%.