Un mantello di margherite sulla piramide di massi in cui sono intrappolati sette Titani, simbolo della forza e dell’asprezza della natura, che si protendono verso il Genio alato del progresso che, sulla sommità, in una mano regge un mazzo di fiori e con l’altra ne lancia uno.
Il progetto TRAIFIORI DEL FREJUS ideato dall’artista torinese Richi Ferrero insieme a Carmelo Giammello, reinterpreta il progresso in chiave contemporanea evocando la pacificazione tra tecnologia e natura necessaria a consegnare al futuro opere sostenibili. La sera le oltre 15.000 margherite cambiano colore grazie a giochi di luce intorno alla fontana e, avvicinandosi, si possono sentire i suoni curati da Roberto “Tax” Farano.
L’allestimento è stato inaugurato con una cerimonia in piazza Statuto alle 22.15 di domenica 5 settembre in occasione della prima tappa italiana del Connecting Europe Express, il treno che promuove il trasporto ferroviario con fermate in 40 città europee. A bordo anche la coordinatrice europea del Corridoio Mediterraneo, Iveta Radičová, in arrivo da Chambéry, che è stata accolta da Torino dall’assessore regionale al bilancio patrimonio Andrea Tronzano e dalla vice-sindaca di Torino Sonia Schellino.
I lavori per il tunnel del Fréjus furono decisi nel 1857 dal Regno di Sardegna su forte impulso di Cavour. Il nuovo collegamento ferroviario venne inaugurato dallo Stato italiano 10 anni dopo l’Unità, il 17 settembre 1871. Lo scavo durò appena 14 anni grazie al massiccio utilizzo delle nuove perforatrici ad aria compressa appena brevettate da Sommeiller. L’entità dei cambiamenti generati dal traforo del Fréjus, il più longevo tra i tunnel ferroviari alpini ancora funzionanti, è enorme: rappresentò una sfida titanica dal punto di vista ingegneristico e finanziario ed il suo completamento è un testamento delle capacità umane e dello spirito dell’epoca.
A memoria di quell’impresa il monumento di Piazza Statuto, realizzato con le rocce provenienti dallo scavo del tunnel, riporta impressi i nomi degli ingegneri che hanno ideato e diretto i lavori del traforo: “Sommeiller, Grattoni, Grandis”. L’opera, da un’idea del conte Marcello Panissera di Veglio, presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Torino, fu voluta e finanziata da tutte le società operaie d’Italia e realizzata sotto la guida artistica di Odoardo Tabacchi ed il ruolo primario di Luigi Belli. L’installazione di Richi Ferrero, che resta attiva fino al 19 settembre, è realizzata con il patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino e con la collaborazione di Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Torino, TELT, GTT, IREN, Accademia Albertina di Belle Arti e Museo Nazionale del Risorgimento, ed è anche l’occasione per sollecitare i necessari e urgenti interventi di restauro del monumento.