Completato a febbraio lo scavo del cunicolo esplorativo, a Chiomonte è partita la Fase 3: si sta smontando la fresa Gea per poi procedere alle opere di finitura previste e iniziare la riorganizzazione del sito per il suo futuro utilizzo.
Intanto sono in corso le procedure di esproprio delle aree utili per i lavori della sezione transfrontaliera della Torino-Lione in Val di Susa. La volontà della società è di condividere il percorso in modo trasparente e per questo è stata attivata una linea telefonica diretta con i suoi uffici (al numero 011-5579221 int. 224, dalle ore 10.00 alle ore 12.00 ogni martedì e mercoledì).
Le attività che coinvolgono gli interessati si svolgono in accordo con il Testo Unico Espropri (Decreto del Presidente della Repubblica 327/2001). Le indennità a cui i proprietari hanno diritto sono calcolate in base alle indicazioni di legge, avendo quindi come riferimento l’effettivo prezzo sul mercato. TELT invita i cittadini a prestare attenzione alle contestazioni infondate talvolta divulgate sul territorio, così come i dati allarmistici e privi di ogni fondamento scientifico sui lavori della Torino-Lione.
Obiettivo: la salvaguardia dell’ambiente
Il primo obiettivo del nuovo collegamento ferroviario è di ridurre l’inquinamento sui due lati delle Alpi servendosi del mezzo più ecologico, il treno. Anche i cantieri sono condotti con la stessa logica, privilegiando le lavorazioni al chiuso e limitando al massimo l’impatto sull’ambiente circostante, inclusa la viabilità locale.
Il rispetto dell’ambiente è certificato dagli enti di controllo: a Chiomonte su più di 40 mila misurazioni effettuate su 135 parametri non è emersa alcuna criticità di rilievo. Pochi siti di lavorazione in Italia sono soggetti a una rete di monitoraggio paragonabile a quella messa in campo da TELT per la Torino-Lione. Alla Maddalena è stato destinato a questo capitolo il 5% dell’intero budget del cantiere, un investimento che non ha precedenti fra le grandi opere a livello nazionale. I sindaci dei Comuni interessati dall’opera ricevono dal 2009 mensilmente il report di monitoraggio su 180 punti d’acqua in Francia e 170 in Italia. Lo scavo del cunicolo a Chiomonte non ha mai interferito con l’andamento del regime caratteristico di ciascuna risorsa idrica.
Infine il capitolo del consumo del suolo, particolarmente importante a partire dalla progettazione: l’intera opera impegnerà, per la parte italiana della sezione internazionale, 8 ettari oggi non utilizzati e 7 di territorio compromesso, che verranno rinaturalizzati al termine dei lavori: a opera ultimata il bilancio finale sarà di appena un ettaro utilizzato. L’89% del tratto transfrontaliero è realizzato in galleria, mentre la maggior parte degli impianti in superficie sono collocati su aree già antropizzate, azzerando di fatto il consumo di suolo vergine.