Percorrere i 9.838 chilometri tra Torino e Pechino in 26 ore. È una delle decine di viaggi che saranno possibili con la nuova “via ferroviaria della seta”, il progetto di sviluppo dei corridoi dell’Alta Velocità tra Europa e Asia che ha preso casa proprio nel capoluogo piemontese. Dopo che a novembre si era svolto al Comune di Torino il primo “Forum delle Città della nuova via ferroviaria della seta”, durante il quale sindaci di varie nazionalità si erano impegnati a promuovere il progetto sottoscrivendo la Carta di Torino, lo scorso 5 maggio è stata inaugurata sotto la Mole la sede europea del Forum. Qui, in uno spazio green, da metà luglio tutti giovedì e venerdì si potranno avere informazioni sullo sviluppo del progetto e saranno ospitate iniziative e momenti di approfondimento. Prossimamente saranno aperte sedi anche a Mosca e Pechino.
Presenti all’inaugurazione il coordinatore del MIR Initiative, promotore dell’iniziativa, Ernest Sultanov, il sindaco, Piero Fassino, il direttore generale di Tunnel Euralpin Lyon-Turin, Mario Virano, e il commissario di governo per la nuova linea Torino-Lione, Paolo Foietta, oltre a molti esponenti del mondo economico e istituzionale.
Lo scopo del Forum delle città della nuova via ferroviaria della seta è coinvolgere le aggregazioni metropolitane sugli snodi principali dei corridoi euro-asiatici sapendo che “la mobilità non è solo trasporto fisico, ma anche sociale e culturale” ha spiegato Ernest Sultanov del MIR Initiative. Ad oggi sono 30 le grandi città che hanno aderito all’iniziativa e la prospettiva è di arrivare a 50 entro l’anno. Il 3 giugno a Sochi (Russia) i sindaci delle città cinesi e russe hanno firmato la loro adesione ed è stato presentato il secondo libro bianco, dopo quello dell’anno scorso.
Nel frattempo Russia e Cina hanno lanciato il progetto di una nuova infrastruttura ferroviaria veloce Mosca-Pechino e si ritroveranno a giugno per formalizzare l’accordo di finanziamento della tratta Mosca-Kazan, con un investimento di circa 25 miliardi di dollari, di cui 10 di finanziamento cinese e il resto russo, dando vita a uno dei tasselli fondamentali della “new railway silk road”.
Corridoi TEN-T
Intanto in Europa si lavora per costruire i 9 corridoi della rete TENT-T di cui è parte essenziale il Corridoio Mediterraneo con il tunnel di base del Moncenisio che collegherà Torino e Lione per garantire l’attraversamento delle Alpi alla quota di pianura tra le due città. “L’inserimento in questo grande mercato globale è un’opportunità che non possiamo perdere” ha sottolineato Mario Virano ricordando l’arrivo a Lione del primo treno merci cinese alla fine di aprile: “è un segnale inequivocabile: il mercato c’è, l’interscambio economico tra Europa e Cina vale 500 miliardi di euro l’anno. C’è molto lavoro da fare – ha aggiunto – non solo nella costruzione della nuova infrastruttura, ma anche agendo sull’esistente e migliorando gli aspetti tecnici e burocratici per la gestione delle infrastrutture che già ci sono, mentre si realizzano le nuove opere che saranno fondamentali nel prossimo futuro in questo nuovo sistema di connessione globale”. Lo scorso 21 aprile i primi container della compagnia cinese Wuhan Asia Europe Logisgcs, contenenti materiale elettronico e meccanico, sono stati scaricati sulla piattaforma logistica di Saint-Priest, vicino a Lione, dopo aver percorso 11.300 km attraverso Cina Kazakistan, Russia, Bielorussia, Polonia, Germania e Francia. Un viaggio di 15 giorni (in nave ce ne vogliono 45), che ha richiesto l’alternanza alla guida di una ventina di macchinisti.
“Quando ci sarà l’attraversamento delle Alpi – ha proseguito Virano – si passerà dall’Italia attraverso il Corridoio Mediterraneo perché sarà l’itinerario più competitivo, risparmiando almeno 1.500 chilometri. É un’occasione da non perdere, altrimenti quelle relazioni si svilupperanno lo stesso, ma per altre vie” ha concluso Virano ricordando che “il Forum delle città della nuova via ferroviaria della seta delinea una grande opportunità geopolitica e geoeconomica di connessione tra Atlantico e Pacifico nel solco della grande tradizione di Marco Polo”.